La Chiesa di San Giorgio fu edificata in piena campagna nel XVI sec. d.C. nelle vicinanze del “Rio Terramaistus”.
San Giorgio Martire, Santo protettore dei Cavalieri, è sempre stato venerato nel nostro territorio grazie alla forte presenza di uomini a cavallo. Lo documenta un antico cultore di storia locale, dove riporta il contributo di 286 miliziani nel respingere il tentativo di attacco francese nel porto di Oristano. Questo drappello di cavalieri sia di Guspini che di Arbus galoppava al grido di “San Giorgio! San Giorgio si coprì di gloria”.
“San Giorgio” era una delle più antiche festività rurali site in Guspini, di origine greco-bizantina e datata al V/VI secolo.
L’organizzazione dei festeggiamenti civili e religiosi era solita esser curata da giovani scapoli. Il Santo veniva ironicamente definito “Su Santu Storradori” e si consigliava alle donne sposate di non prendere parte ai festeggiamenti nel caso in cui tenessero a cuore il felice andamento del loro matrimonio.
L’artigianato era parte integrante della festa di San Giorgio, lo dimostra la manifattura del cocchio eseguita dai falegnami guspinesi.
Un’importante testimonianza è quella di Giulia, trasferitasi a Roma nel 1959, Guspinese DOC anche nella parlata rimasta invariata e priva di influenze romanesche.
Cresciuta dalla zia, rammenta che già a partire dall’età di sette anni, partecipava, con immenso piacere, a quello che era conosciuto come un peregrinaggio in onore del Santo.
La signora Giulia vuole da subito far comprendere il cambiamento del modo che si aveva di comunicare rispetto a quello dei giorni nostri. Ricorda infatti che la popolazione di Guspini era molto più democratica dal punto di vista relazionale, mentre riscontra nei modi odierni una particolare freddezza e lontananza.
Il nonno era solito aiutare i più poveri durante le feste, offrendo loro vivande.
La festa era particolarmente sentita e avveniva durante la primavera, periodo in cui fiorivano i ciliegi, coltivazione tipica di quel terreno.
L’ambiente era caratterizzato da allegria e festività.
I partecipanti alla processione di San Giorgio si portavano dietro il fagotto contenente cibi e bevande, vista la lunga durata dell’evento.
Chiacchiere e giochi riempivano le giornate. La gioia espressa da queste festività non si precludeva a una cerchia di persone appartenenti allo stesso status sociale, generazionale o di credo politico, ma si estendeva a tutti, dal più ricco al più povero, dal più anziano al più giovane, facendo della condivisione il fulcro della festa.
Non solo tutta la popolazione di Guspini si trasferiva a San Giorgio per festeggiare, ma anche da parte dei paesi limitrofi si dimostrava grande affetto e partecipazione.
In basso: “Si invita la popolazione per l’accompagnamento del simulacro di San Giorgio sabato sera, tanto a cavallo che in bicicletta” – Podestà
Comunicazioni da parte del Comitato e del Podestà per i festeggiamenti – 1933
4 Giugno pomeriggio trasporto del santo alla chiesa omonima con accompagnamento di cavalli e spari di razzi
5 Giugno domenica mattina messa nella chiesa di campagna con processione e spari di razzi; di sera balli pubblici, albero di cuccagna, corsa ciclistica e corsa di cavalli
6 Giugno lunedì al pomeriggio corsa podistica e ritorno del santo alla chiesa parrocchiale con accompagnamento di cavalli e spari di razzi
Guspini, 3 Giugno 1932”
Lettera al Podestà che illustra il programma della festa di San Giorgio – 1932
Ringraziando la S.V. Ill.ma ossequi del servo
Cabizzosu Giuseppe
Guspini, li 3 Giugno 1932”
Richiesta di incarico per organizzazione giochi – 1932