Per un carrista il carnevale inizia molto prima di quanto si pensi. Ci sono gli irriducibili, che già nell’ultima sfilata iniziano a pensare al carnevale successivo e poi ci sono tutti gli altri, che si incontrano a fine estate per scambiarsi le prime idee.

La prima fase è quella di scelta del tema che può spaziare dal messaggio impegnato, alla satira, fino a temi più leggeri. Dalle riunioni solitamente escono due o tre idee abbastanza valide: per questi temi, arrivati in “finalissima”, si cerca di trovare l’allegoria da rappresentare sul carro. Quella più interessante vince la sfida, portando il suo tema direttamente alla fase 2: affidarla a un disegnatore affinché sviluppi un bozzetto.

I carristi nel frattempo si muovono su più fronti:

  • Strutturale: si pensa già alla composizione del carro, a quali movimenti le figure potranno effettuare, gli ingombri, gli spazi da non lasciare vuoti, in modo da creare una scenetta leggibile, chiara e divertente; 
  • costumi: vengono sviluppati dei bozzetti, ipotizzando stoffe e lavorazioni. Tali scelte dovranno poi  tener conto di disponibilità, costi e colori delle stoffe;
  • organizzativo: il capannone, inutilizzato da mesi, viene pulito, viene acquistato il ferro, la rete e tutti i materiali utili per la creazione del carro e si procede con lo smontaggio e la distruzione delle vecchie strutture tra la malinconia dei ricordi del carnevale passato e la felicità per uno tutto ancora da scrivere.

Il bozzetto viene vagliato tra carristi e disegnatore per valutarne fattibilità, proporzioni e movimenti per poi dare il via libera per il disegno definitivo. Con l’arrivo di quest’ultimo si sviluppano proporzioni e ingombri delle singole strutture, dopodiché partono i lavori.

Si cominciano a saldare gli scheletri in acciaio, a creare le prime sagome con il filo zincato, a realizzare i movimenti che animeranno le strutture. Man mano che si avanza, le sagome vengono ricoperte da rete in modo da evitare “buchi” e la stessa può essere usata per realizzare alcuni particolari. Alcune sagome e dettagli sono realizzati sagomando del poliuretano.

I pupazzi vengono poi ricoperti da più veli di carta imbevuta di colla con un numero di strati fino a eliminare le imperfezioni. E’ una fase molto divertente tanto da coinvolgere grandi e piccini.

Il passo successivo prevede la stesa di pittura al quarzo, in modo da uniformare il tutto. Infine si stendono le basi di colore, sulle quali il “pittore” realizzerà i particolari con l’aerografo. Il tocco in più prevede uno strato di “lucido” in modo da esaltare le sfumature, rendere brillante la struttura e proteggerla dagli agenti atmosferici.

Nello stesso tempo, mentre si realizzano le strutture, alcuni componenti si occupano della preparazione delle coreografie che saranno presentate al pubblico durante le sfilate.

Nelle ultime settimane si allestisce anche il carro musica, che con l’impianto audio e le luci, aprirà il corteo dei figuranti. 

L’ultima importantissima fase è quella del montaggio delle strutture e dei comandi elettrici. E’ il momento della verità, in cui si scopre se le strutture hanno il giusto spazio per i movimenti e se tutto funziona secondo quanto programmato. 

L’arte dei maestri della cartapesta del medio campidano e quindi anche di Guspini ha raggiunto ottimi livelli, basti pensare che diversi campidanesi hanno realizzato su commissione carri e pupazzi per diversi carnevali isolani, in particolare per quello di Tempio Pausania.